“Assolutismo” è un concetto di autorità politica creato dagli storici per descrivere un cambiamento nei governi delle principali monarchie d’Europa nel primo periodo moderno. In altre parole, mentre i monarchi del XVII e XVIII secolo sapevano certamente che stavano facendo qualcosa di diverso rispetto ai loro predecessori, non usavano il termine “assolutismo”. L’idea centrale dell’assolutismo era che il re o la regina erano, in primo luogo, i detentori del potere politico (teoricamente) assoluto all’interno del regno, e in secondo luogo, che ogni azione del monarca doveva essere in nome della conservazione e della garanzia dei diritti e dei privilegi dei suoi sudditi, a volte anche dei contadini.

L’Assolutismo era in contrasto con le forme di monarchia medievali e rinascimentali in cui il re era semplicemente il primo tra gli uguali, detenendo un’autorità feudale formale sui suoi nobili d’élite, ma essendo spesso solo loro pari, o addirittura inferiore, in termini di autorità e potere reali. Come dimostrato nel caso delle guerre di religione francesi, c’erano spesso numerosi piccoli stati e territori che a volte rivaleggiavano con quelli più grandi in termini di potere, e anche i nobili che facevano parte di un dato regno avevano il diritto di raccogliere e mantenere i propri eserciti al di fuori del controllo diretto del monarca.

Questo cambiò a partire dall’inizio del XVII secolo, principalmente in Francia. Ciò che emerse fu una forma di monarchia più forte e centralizzata in cui il monarca aveva molto più potere anche del nobile più potente. Le burocrazie reali furono rafforzate, spesso a spese del potere decisionale e dell’influenza della nobiltà, poiché i funzionari non nobili furono nominati a posizioni di reale potere nel governo. Gli eserciti crebbero e, con essi, la tassazione per sostenerli divenne sia maggiore in termini di volume che più efficiente nelle sue tecniche di raccolta. In breve, al governo centrale del monarca affluirono più potere reale e denaro di quanto non fosse mai stato prima, cosa che sottoscrisse l’espansione del potere militare e coloniale nello stesso periodo, così come un abbagliante spettacolo culturale di quel potere esemplificato dal “re sole” francese, Luigi XIV.

  • 10.1: Francia Il caso esemplare di governo assolutista che arriva a compimento fu quello della Francia nel XVII secolo. La trasformazione dello stato francese da una monarchia convenzionale dell’epoca rinascimentale a una monarchia assoluta iniziò sotto il regno di Luigi XIII, il figlio di Enrico IV (il vincitore delle guerre di religione francesi).
  • 10.2: Luigi XIV – il Re Sole Il Re Luigi XIV ha regnato a lungo e in modo abbagliante, raggiungendo l’apice del potere reale e del prestigio non solo in Francia, ma in tutta Europa. Regnò dal 1643 al 1715 (compresi gli anni in cui governò sotto la guida di un reggente), il che significa che fu re per ben 54 anni. Luigi fu chiamato il Re Sole, un termine e un’immagine che coltivò attivamente, dichiarandosi “senza pari”.
  • 10.3: Altrove in Europa Quasi ovunque in Europa, altre monarchie cercarono di imitare sia lo stile che la sostanza della corte e dello stile di governo di Luigi XIV. Costruirono palazzi basati su Versailles, anche se la rivoluzione militare dei primi tempi, per non parlare delle continue guerre di Luigi, li obbligò a cercare nuove forme di tassazione e a fare affidamento sui funzionari reali per costruire i loro eserciti e fortificazioni.
  • 10.4: Prussia Probabilmente lo stato assolutista di maggior successo in Europa oltre alla Francia fu il piccolo regno tedesco settentrionale di Brandeburgo, il precursore del successivo stato tedesco di Prussia. Nel 1618, il re di Brandeburgo ereditò il regno della Prussia orientale, e negli anni successivi territori più piccoli a ovest sul fiume Reno. Da questa serie di territori geograficamente scollegati, si sarebbe evoluto il paese ora conosciuto come Germania.
  • 10.5: Austria L’Austria, come stato ancestrale degli Asburgo, era sempre stato il singolo stato tedesco più potente all’interno del Sacro Romano Impero. Gli Asburgo, tuttavia, trovarono che la diversità dei loro domini ostacolava notevolmente la loro capacità di svilupparsi secondo linee assolutistiche. In alcuni casi, furono in grado di ridurre il potere e l’indipendenza di alcuni dei loro nobili sostenendo un controllo ancora più oneroso dei contadini.
  • 10.6: Spagna Praticamente ogni altro regno in Europa vide almeno un tentativo da parte di un re o di una regina di riorganizzare lo stato lungo le linee assolutistiche seguite dalla Francia. Dalla Svezia, all’Inghilterra, alla Spagna, i monarchi cercarono di consolidare il potere reale a spese dei loro nobili e sulle spalle dei loro contadini. Questi sforzi ebbero almeno in parte successo in posti come la Svezia e la Danimarca, ma furono disastrosi fallimenti in posti come la Spagna e l’Inghilterra.
  • 10.7: La Guerra Civile Inglese e la Gloriosa Rivoluzione L’Inghilterra fu forse l’esempio più eclatante di uno stato in cui la forma assolutista di monarchia fallì decisamente durante il XVII secolo, e tuttavia lo stato stesso emerse ancora più forte. Ironicamente, i due stati più potenti in Europa durante il secolo successivo furono la Francia assolutista e il suo opposto politico, la prima grande monarchia costituzionale in Europa: il Regno Unito di Gran Bretagna.
  • 10.8: Gli Stuart e la guerra civile inglese Anche se il suo regno fu tormentato da questi problemi, Elisabetta I fu una monarca astuta che fu molto abile a riconciliare fazioni opposte e a conquistare i membri del parlamento alla sua prospettiva. Inoltre beneficiava di ciò che restava del denaro che suo padre aveva saccheggiato dai monasteri inglesi. Questo delicato equilibrio iniziò a crollare con la morte di Elisabetta nel 1603.
  • 10.9: La Gloriosa Rivoluzione Anche se l’assolutismo divenne il modo predominante di fare politica sul continente, la Gran Bretagna si avviò su una traiettoria politica diversa e opposta.
  • 10.10: La Gran Bretagna dopo la Gloriosa Rivoluzione Un beneficio inaspettato della monarchia costituzionale era che le élite britanniche, attraverso il parlamento, non si opponevano più al governo reale ma diventavano il governo. Dopo la Gloriosa Rivoluzione, i legislatori in Inghilterra si sentirono abbastanza sicuri dai tentativi reali di prendere il potere illegalmente e furono disposti ad aumentare le dimensioni e il potere del governo e a imporre nuove tasse. Così, lo stato inglese crebbe molto rapidamente.
  • 10.11: Gli effetti complessivi dell’assolutismo La Gran Bretagna fu quindi l’eccezione eccezionale al modello generale dell’assolutismo. Come aggregato, gli stati d’Europa furono trasformati dalle tendenze assolutistiche. Alcune di queste possono essere catturate nelle statistiche: i governi reali crebbero di circa il 400% in dimensioni nel corso del XVII secolo, e gli eserciti permanenti passarono da circa 20.000 uomini durante il XVI secolo a ben oltre 150.000 alla fine del XVII secolo.
  • 10.12: Conclusione Il processo attraverso il quale gli stati passarono da decentralizzati e abbastanza vagamente organizzati ad “assolutisti” fu lungo. Numerosi aspetti del governo anche nel tardo diciottesimo secolo rimasero sorprendentemente “medievali” per certi versi, come il fatto che le leggi erano diverse da città a città e da regione a regione in base all’accumulo di varie concessioni reali e diritti tradizionali nel corso dei secoli.

Innaffiatura: Luigi XIV di Francia (Pubblico dominio; Hyacinthe Rigaud via Wikipedia)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *