Queste graziose figure femminili sostituiscono le colonne: come si rapportavano forma umana e architettura nell’antica Grecia?
La cariatide
L’Eretteo è forse l’edificio più complesso dell’Acropoli. Ospita santuari a diverse divinità, tra cui Atena, Zeus e Poseidone. Prende il nome dal mitico re Eretteo che giudicò la gara tra Atena e Poseidone per chi sarebbe stata la divinità patrona di Atene.
Questa cariatide è una delle sei eleganti figure femminili che sostenevano il tetto del portico sud dell’Eretteo (le figure che fanno il lavoro delle colonne – portare un tetto – sono chiamate cariatidi). La figura indossa un indumento appuntato sulle spalle (questo è un peplo, un tipo di indumento indossato dalle donne nell’antica Grecia). Il drappeggio si raccoglie in vita e si riversa sulla cintura. Sta in piedi in contrapposto con il ginocchio sinistro piegato e premendo contro il drappeggio. Le pieghe del drappeggio sull’altro lato destro assomigliano alla scanalatura (scanalature verticali) su una colonna. Sembra nobile e calma nonostante il fatto che porta il peso di un tetto sulla sua testa.
La colonna
L’Eretteo è un tempio ionico altamente decorato ed elegante. Le forme a voluta in cima alla colonna (il capitello) e il suo profilo alto e snello indicano che si tratta dell’ordine ionico. La colonna è formata da quattro pezzi (conosciuti come “tamburi”) ed è scanalata (decorata con scanalature verticali). Proprio sotto le forme a voluta (chiamate anche volute) si vedono modanature decorative, tra cui una chiamata “uovo e dardo” (forme a uovo alternate a forme a V), e sotto un anello di forme vegetali – un’alternanza di palmette e loti.
Questi motivi decorativi appaiono anche sulla trabeazione dell’Eretteo (la trabeazione è l’area orizzontale portata dalle colonne).
Trabeazione dell’Eretteo, Acropoli, Atene, marmo, 421-407 a.C. (British Museum, Londra)