Associazioni culturaliModifica

Inspirati dagli sforzi di Rohlfs, un gruppo di studenti universitari cercò di aumentare ulteriormente l’esposizione di questo dialetto pubblicando un opuscolo intitolato La Ionica. Questa fu la prima attività organizzata volta a proteggere la lingua.

Nel 1970, il gruppo fondò un’associazione culturale chiamata La Ionica e l’opuscolo divenne una rivista, che conteneva poesia e prosa sia in italiano che in greco calabrese. La stessa associazione stabilì contatti con i grecofoni della Grecìa Salentina al fine di creare l’UGIM (Unione dei Greci del Sud Italia) per tutelare congiuntamente il bilinguismo della regione e per chiedere il riconoscimento formale dello Stato in tali ambiti, come la segnaletica stradale bilingue.

Sull’esempio de La Ionica sono nate altre associazioni locali, tra cui Zoí ce glossa (Vita e lingua) a Reggio Calabria, Cinurio Cosmó (Mondo Nuovo) e Jalò tu Vúa a Bova Marina, CUMELCA a Gallicianò e Roghudi e Apodiafázi (Alba) a Bova Superiore.

Mass mediaEdit

Ci sono due periodici in greco calabrese: I Riza, trilingue (italiano, greco calabrese e greco moderno) edito dall’associazione Jalò tu Vúa, e CUMELCA. La prima è una pubblicazione quadrimestrale, mentre la seconda dovrebbe uscire ogni tre mesi ma è irregolare. La regione dà alcuni aiuti finanziari per sostenere le pubblicazioni.

Nessuna radio trasmette in greco calabrese, soprattutto a causa della crisi delle radio private locali. Tra il 1977 e il 1984, in coincidenza con il boom delle emittenti locali, alcune stazioni hanno trasmesso programmi in questa lingua. Tra queste la Radio Antenna Don Bosco a Bova Marina, Radio San Paolo a Reggio di Calabria e RTM a Mélito di Porto Salvo. Il dialetto non è mai stato usato in televisione.

Educazione e sensibilizzazioneModifica

Il governo greco di Atene, tramite l’Associazione Internazionale degli Ellenofoni (SFEE), ha stabilito rapporti con La Ionica e ha invitato ufficialmente i greci calabresi agli incontri annuali che ospitano in Grecia. A parte questo, La Ionica non è stata ben supportata dalle istituzioni pubbliche governative; la consapevolezza di questo problema è emersa realmente solo negli ultimi anni.

La regione Calabria ha incoraggiato l’educazione del dialetto nelle scuole, insieme a quanto già avviene per l’albanese, promuovendo così il bilinguismo. Nel 1993, la regione ha anche creato un Istituto Regionale Superiore di Studi Ellenofoni, con sede a Bova Marina.

Nonostante l’attività iniziale, il programma non ha fatto molti progressi a causa della mancanza di insegnanti qualificati e del fatto che il bilinguismo non è presente nell’amministrazione. I miglioramenti sono molto piccoli e al momento, per esempio, solo i comuni di Bova e Bova Marina hanno la segnaletica stradale bilingue.

Il graduale declino nell’uso del greco calabrese è dovuto principalmente al fatto che la popolazione lo considera niente più che un dialetto, una forma di espressione delle classi inferiori tipica dei popoli rurali e/o analfabeti. La mancanza di registri linguistici (uso in ambienti diversi da quelli familiari) è un ulteriore impedimento alla sua sopravvivenza.

La lingua si è conservata quando la popolazione è rimasta isolata nelle montagne dell’Aspromonte. In seguito alle migrazioni dalle zone del grosso della popolazione, le giovani generazioni di oggi hanno solo una conoscenza molto elementare della lingua. Inoltre, il miglioramento degli standard educativi favorisce l’uso di altre lingue, come l’italiano, anche a livello quotidiano.

L’attività nel settore dell’istruzione, anche se sostenuta dall’amministrazione locale e dalla legislazione nel promuovere la presenza del greco in classe e nelle università, è limitata perché non sono disponibili docenti e tutor con un’adeguata conoscenza del greco calabrese per offrire corsi. L’attività iniziale è stata limitata alle iniziative di gruppi culturali a livello locale, con il sostegno finanziario del consiglio comunale strano.

L’insegnamento della lingua nelle scuole non ha seguito un formato bilingue ma è stato offerto più come materia opzionale a livello di scuola primaria, grazie al sostegno finanziario del governo regionale e della Comunità europea. Il numero di studenti è rimasto piuttosto basso.

L’insegnamento della lingua è completamente assente nella scuola secondaria. Tuttavia, le associazioni culturali propongono dei corsi rivolti agli adulti.

Quindi, il problema più grande rimane la conoscenza limitata della lingua da parte dei docenti per i quali il bilinguismo non è un elemento obbligatorio della loro qualifica. Un po’ di perfezionamento di questi laureati è offerto da qualche associazione culturale come Jalò tu Vúa, ma solo con l’appoggio della Comunità Europea. Questa associazione ha persino lavorato per la creazione di una grammatica greca calabrese.

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