Gran Bretagna, Francia e Russia conclusero il 26 aprile 1915 il trattato segreto di Londra con l’Italia, inducendo quest’ultima a rinunciare agli obblighi della Triplice Alleanza e ad entrare in guerra al fianco degli Alleati con la promessa di un’espansione territoriale a spese dell’Austria-Ungheria. All’Italia furono offerti non solo il Trentino e Trieste, popolati da italiani, ma anche il Tirolo meridionale (per consolidare la frontiera alpina), Gorizia, l’Istria e la Dalmazia settentrionale. Il 23 maggio 1915 l’Italia dichiarò quindi guerra all’Austria-Ungheria.
Il comandante italiano, il generale Luigi Cadorna, decise di concentrare i suoi sforzi in un’offensiva verso est dalla provincia di Venezia attraverso il terreno relativamente basso tra la testa dell’Adriatico e i piedi delle Alpi Giulie, vale a dire attraverso la bassa valle del fiume Isonzo (Soc̆a). Contro il rischio di una discesa austriaca sulle sue retrovie dal Trentino (che confinava con il Veneto a nord-ovest) o sul suo fianco sinistro dalle Alpi Carniche (a nord), egli pensò che limitate avanzate sarebbero state una precauzione sufficiente.
L’avanzata iniziale degli italiani verso est, iniziata alla fine di maggio 1915, fu presto fermata, in gran parte a causa dell’inondazione dell’Isonzo, e la guerra di trincea ebbe inizio. Cadorna, tuttavia, era determinato a fare progressi e così si imbarcò in una serie di persistenti rinnovi dell’offensiva, noti come le Battaglie dell’Isonzo. Le prime quattro di queste (23 giugno-7 luglio; 18 luglio-3 agosto; 18 ottobre-4 novembre; e 10 novembre-2 dicembre) non ottennero nulla che valesse il costo di 280.000 uomini; e la quinta (marzo 1916) fu altrettanto infruttuosa. Gli austriaci avevano mostrato su questo fronte una risoluzione feroce che spesso mancava quando affrontavano i russi. A metà maggio 1916 il programma di Cadorna fu interrotto da un’offensiva austriaca dal Trentino nella regione di Asiago, nel Veneto occidentale. Anche se il pericolo di uno sfondamento austriaco dalle montagne di confine nella pianura veneta dietro il fronte italiano dell’Isonzo fu evitato, la controffensiva italiana a metà giugno recuperò solo un terzo del territorio invaso dagli austriaci a nord e sud-ovest di Asiago. La sesta battaglia dell’Isonzo (6-17 agosto), tuttavia, vinse Gorizia per gli italiani. Il 28 agosto l’Italia dichiarò guerra alla Germania. I tre mesi successivi videro altre tre offensive italiane sull’Isonzo, nessuna delle quali veramente proficua. Nel corso del 1916 gli italiani avevano subito 500.000 perdite, il doppio degli austriaci, ed erano ancora sull’Isonzo.