Riabilitazione del pene dopo l’intervento di cancro alla prostata

Pubblicato: Gennaio, 2011

Pensate alla riabilitazione, e potreste evocare l’immagine di un atleta che si riprende da un legamento strappato o di un anziano che si rimette in piedi dopo una sostituzione totale dell’anca. La riabilitazione del pene è più difficile da immaginare. Infatti, può sembrare più una battuta creativa per rimorchiare che una terapia seria, ma è un programma reale, anche se non provato, avanzato da molti urologi.

Il problema

Prima di decidere che la riabilitazione peniena sembra divertente, ricorda che è innescata da una diagnosi di cancro alla prostata. Circa 218.000 uomini americani riceveranno questa diagnosi quest’anno, e tutti dovranno affrontare la difficile decisione di cosa fare dopo. Alcuni uomini sceglieranno di rinviare il trattamento (“watchful waiting” e programmi di sorveglianza attiva). Altri decideranno di fare una radioterapia (radiazioni esterne o brachiterapia con semi impiantati). E molti uomini sceglieranno di “tirarlo fuori tutto” sottoponendosi all’operazione di prostatectomia radicale; è una scelta particolarmente buona per gli uomini più giovani con un’aspettativa di vita di oltre 10 anni e con tumori dall’aspetto aggressivo ancora confinati alla prostata stessa.

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