La tachicardia ventricolare senza polso (VT) deve essere trattata allo stesso modo della fibrillazione ventricolare (VF) e quindi la defibrillazione deve essere eseguita immediatamente. Attualmente, la maggior parte dei defibrillatori è dotata di una forma d’onda bifasica, che utilizza energie inferiori (120-150 Joule a seconda della forma d’onda specifica impiegata) rispetto alla defibrillazione monofasica con una serie di shock impilati ad energia progressivamente crescente che inizia a 200 e termina a 360 Joule. Le compressioni toraciche devono essere avviate immediatamente anche se l’accesso a un defibrillatore è in ritardo. La gestione delle vie aeree, compresa la ventilazione con maschera a sacco seguita dall’intubazione endotracheale, deve avvenire simultaneamente durante questo periodo. La gestione delle vie aeree e l’intubazione non devono comunque ritardare la terapia di defibrillazione. Se la circolazione spontanea non ritorna dopo la defibrillazione iniziale, seguita da compressioni toraciche, viene somministrata una seconda defibrillazione e devono iniziare gli interventi farmacologici.
Epinefrina 1 mg viene somministrata per via endovenosa seguita da 2 minuti di compressioni toraciche per permettere al farmaco di accedere alla circolazione. I benefici dell’epinefrina includono il miglioramento del flusso sanguigno cerebrale e miocardico, la vasocostrizione e l’aumento del picco di pressione di perfusione aortica e coronarica. L’epinefrina può essere risomministrata ogni 3-5 minuti finché l’arresto cardiaco continua. Se l’accesso endovenoso è limitato o assente, l’epinefrina può essere somministrata tramite tubo endotracheale in una dose di 2-2,5 volte quella della dose endovenosa.
La vasopressina è stata aggiunta alle opzioni di trattamento per la VT/VF senza polso sulla base della sua capacità di migliorare la perfusione degli organi vitali durante l’arresto cardiaco. La vasopressina agisce nella stimolazione diretta dei recettori V1 sulla muscolatura liscia, producendo così una costrizione che porta al miglioramento della pressione di perfusione coronarica. La vasopressina ha un’emivita più lunga dell’epinefrina e come tale una dose una tantum di 40 unità viene somministrata durante gli sforzi di rianimazione.
Se persistono VT o VF senza polso, possono essere considerati farmaci antiaritmici. Questi includono lidocaina e amiodarone. L’amiodarone è preferito in una dose di 300 mg e causa il prolungamento dei potenziali d’azione cardiaci e del periodo refrattario. Il bicarbonato di sodio può essere considerato se c’è acidosi metabolica, un sovradosaggio di farmaci antidepressivi triciclici o iperkaliemia. Non c’è un beneficio di risultato positivo per l’uso del bicarbonato di sodio e infatti può peggiorare l’acidosi attraverso il suo ruolo nella produzione di anidride carbonica e l’aumento dell’osmolalità del plasma.