44.4A: Fattori abiotici che influenzano i biomi acquatici

Fattori abiotici che influenzano i biomi acquatici

Come i biomi terrestri, i biomi acquatici sono influenzati da una serie di fattori abiotici. Tuttavia, questi fattori differiscono perché l’acqua ha proprietà fisiche e chimiche diverse dall’aria. Anche se l’acqua di uno stagno o di un altro corpo idrico è perfettamente limpida (non ci sono particelle in sospensione), l’acqua, da sola, assorbe la luce. Man mano che si scende in uno specchio d’acqua profondo, ci sarà alla fine una profondità che la luce del sole non può raggiungere. Mentre ci sono alcuni fattori abiotici e biotici in un ecosistema terrestre che possono oscurare la luce (come la nebbia, la polvere o gli sciami di insetti), di solito questi non sono caratteristiche permanenti dell’ambiente. L’importanza della luce nei biomi acquatici è centrale per le comunità di organismi che si trovano sia negli ecosistemi d’acqua dolce che in quelli marini. Nei sistemi d’acqua dolce, la stratificazione dovuta alle differenze di densità è forse il fattore abiotico più critico ed è legata agli aspetti energetici della luce. Le proprietà termiche dell’acqua (tassi di riscaldamento e raffreddamento) sono significative per il funzionamento dei sistemi marini e hanno un impatto importante sul clima globale e sui modelli meteorologici. I sistemi marini sono anche influenzati da movimenti fisici dell’acqua su larga scala, come le correnti; queste sono meno importanti nella maggior parte dei laghi d’acqua dolce.

L’oceano è categorizzato da diverse aree o zone. Tutta l’acqua aperta dell’oceano è indicata come il regno (o zona) pelagico. Il regno bentonico (o zona) si estende lungo il fondo dell’oceano dalla linea di costa alle parti più profonde del fondo dell’oceano. All’interno del regno pelagico c’è la zona fotica, che è la porzione di oceano che la luce può penetrare (circa 200 m o 650 piedi). A profondità maggiori di 200 m, la luce non può penetrare; quindi, ci si riferisce a questa zona come alla zona afotica. La maggior parte dell’oceano è afotica e non ha luce sufficiente per la fotosintesi. La parte più profonda dell’oceano, il Challenger Deep (nella Fossa delle Marianne, situata nell’Oceano Pacifico occidentale), è profonda circa 11.000 m (circa 6,8 miglia). Per dare un’idea della profondità di questa fossa, l’oceano è, in media, profondo 4267 m o 14.000 piedi. Questi regni e zone sono rilevanti anche per i laghi d’acqua dolce, in quanto determinano i tipi di organismi che abiteranno ogni regione.

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Figure \(\PageIndex{1}): Zone oceaniche: L’oceano è diviso in diverse zone in base alla profondità dell’acqua, alla disponibilità di luce e alla distanza dalla costa.

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