Hus e lo Scisma d’Occidente
Dal 1378 la Chiesa cattolica romana era stata divisa dallo Scisma d’Occidente, durante il quale la giurisdizione papale fu divisa tra due papi. Come leader della riforma, Hus litigò senza esitazione con l’arcivescovo Zbyněk quando quest’ultimo si oppose al Concilio di Pisa (1409), convocato per detronizzare i papi rivali e per riformare la Chiesa. Il concilio ebbe l’appoggio dei maestri cechi dell’Università di Praga, mentre i maestri tedeschi vi si opposero. I maestri tedeschi, che avevano una maggioranza di voti negli affari universitari, sostennero l’arcivescovo, il che fece infuriare così tanto il re Venceslao che nel gennaio 1409 sovvertì la costituzione dell’università concedendo ai maestri cechi tre voti ciascuno e ai tedeschi solo uno; il risultato fu un’emigrazione di massa dei tedeschi da Praga verso diverse università tedesche. Nell’autunno del 1409 Hus fu eletto rettore dell’università ora dominata dai cechi.
La rottura definitiva tra l’arcivescovo Zbyněk e Hus avvenne quando il Concilio di Pisa depose sia Papa Gregorio XII, la cui autorità era riconosciuta in Boemia, sia l’antipapa Benedetto XIII e al loro posto elesse Alessandro V. I papi deposti, tuttavia, mantennero la giurisdizione su porzioni dell’Europa occidentale; così, invece di due, c’erano tre papi. L’arcivescovo e l’alto clero in Boemia rimasero fedeli a Gregorio, mentre Hus e il partito della riforma riconobbero il nuovo papa. Dopo essere stato costretto dalle misure punitive del re a riconoscere Alessandro V come papa legittimo, l’arcivescovo, attraverso una grossa tangente, indusse Alessandro a proibire la predicazione nelle cappelle private, compresa la Cappella di Betlemme. Hus rifiutò di obbedire all’ordine del papa, al che Zbyněk lo scomunicò. Nonostante la condanna, Hus continuò a predicare nella Cappella di Betlemme e ad insegnare all’Università di Praga. Zbyněk fu infine costretto dal re a promettere a Hus il suo sostegno davanti alla Curia romana, ma poi morì improvvisamente nel 1411, e la guida dei nemici di Hus passò alla Curia stessa.
Nel 1412 il caso dell’eresia di Hus, che era stato tacitamente abbandonato, fu ripreso a causa di una nuova disputa sulla vendita delle indulgenze che erano state emesse dal successore di Alessandro, l’antipapa Giovanni XXIII, per finanziare la sua campagna contro Gregorio XII. La loro vendita in Boemia suscitò l’indignazione generale, ma era stata approvata dal re Venceslao, che, come al solito, condivise i proventi. Hus denunciò pubblicamente queste indulgenze davanti all’università e, così facendo, perse l’appoggio di Venceslao. Questo si rivelò fatale per lui. I nemici di Hus rinnovarono allora il suo processo presso la Curia, dove fu dichiarato sotto scomunica maggiore per essersi rifiutato di comparire e fu pronunciato un interdetto su Praga o su qualsiasi altro luogo dove Hus potesse risiedere, negando così alcuni sacramenti della chiesa ai comunicanti nell’area interdetta. Per risparmiare le conseguenze alla città, Hus lasciò volontariamente Praga nell’ottobre 1412. Trovò rifugio soprattutto nella Boemia meridionale nei castelli dei suoi amici, e nei due anni successivi si impegnò in una febbrile attività letteraria. I suoi nemici, in particolare Stanislav e Páleč, scrissero un gran numero di trattati polemici contro di lui, ai quali egli rispose in maniera altrettanto vigorosa. Il più importante dei suoi trattati fu il De ecclesia (La Chiesa). Scrisse anche un gran numero di trattati in ceco e una raccolta di sermoni intitolata Postilla.